LE GALASSIE-CAPITOLO3
RADIOGALASSIE, QUASAR E PULSAR
Nell'Universo sono presenti numerosi radiosorgenti, cioè "oggetti" che emettono onde radio. Alcune di esse corrispondono a supernove, altre sono risultate galassie molto lontane ma con un'emissione così intensa da venire classificate come radiogalassie (come CygnusA, Perseus A, Centauro A).
Le pulsar sono radiosorgenti da cui provengono segnali a intervalli di tempo regolari (dell'ordine del secondo). Queste emissioni provengono da stelle di neutroni, che pur avendo piccole dimensioni, possiedono densità elevatissime. Le stelle a neutroni girano su se stesse ad alta velocità, trascinando nel movimento il loro campo magnetico. In tali condizioni la stella si comporta come un potente generatore di energia elettrica, che alimenta due fasci di radiazioni lungo l'asse del campo magnetico. Poiché questo asse forma un angolo con l'asse di rotazione (come avviene anche per la Terra), la rotazione della stella fa ruotare il fascio di radiazioni proiettato nello spazio e i corpi celesti che esso colpisce sono "illuminati" una volta per ogni rotazione, con estrema regolarità.
Dallo spazio arrivano anche altri segnali, che hanno rilevato la presenza di oggetti straordinari, alcuni dei quali si trovano addirittura al di là delle galassie finora scoperte. Quei segnali sono emissioni radio di grandissima intensità e fortemente concentrate provenienti da corpi di'apparenza stellare, denominati quasar (quasi stellar radiosource). Il più lontano osservato finora si trova a oltre 10 miliardi di anni luce , il che significa che la luce che riceviamo oggi partì dall'oggetto quando l'Universo aveva meno di un decimo dell'età che ha oggi.
Nonostante le distanze, l'intensità dei segnali che arrivano a noi indica che un quasar è mille miliardi di volte più luminoso del Sole: eppure, quella colossale quantità di energia viene emessa da un corpo così piccolo, che anche ai telescopi più potenti appare come una stella. Le reazioni termonucleari sono assolutamente distanti da tali capacità e bisogna pensare a qualche altra forma di energia: un'ipotesi potrebbe essere che si tratti di energia gravitazionale liberata da una forma di collasso, come avviene per i buchi neri, ma a una scala gigantesca.

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